Il regime forfettario è una modalità di tassazione agevolata per le partite IVA, che prevede una serie di vantaggi fiscali, come l’aliquota unica del 5% o del 15%.
Questo regime fiscale è molto diffuso in Italia, soprattutto tra i professionisti e le piccole imprese. Tuttavia, non tutti i contribuenti in regime forfettario sono a conoscenza di tutti i suoi aspetti e delle sue implicazioni.
In questo articolo, risponderemo alle 5 domande che tutti i contribuenti in regime forfettario si fanno.
1. Chi può aderire al regime forfettario?
Per aderire al regime forfettario, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
Non aver conseguito, nel periodo d’imposta precedente a quello di inizio dell’esercizio dell’attività, ricavi o compensi superiori a 85000 euro.
Non aver partecipato, direttamente o indirettamente, alla gestione o al controllo di società aventi per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni, nei due periodi d’imposta precedenti a quello di inizio dell’esercizio dell’attività.
2. Qual è l’aliquota di tassazione?
L’aliquota di tassazione del regime forfettario è del 5% per i primi 5 anni di attività se si tratta di una nuova attività. Per gli anni successivi al quinto l’aliquota prevista è del 15%.
3. Quali sono i costi deducibili?
Con il regime forfettario, i costi non sono deducibili dal reddito. Tuttavia, sono considerati costi forfettari, da applicare al fatturato per determinarne la base imponibile.
I costi forfettari variano a seconda dell’attività svolta in base al coefficiente di redditività.
4. Quali sono le spese detraibili?
Le spese detraibili sono quelle che possono essere sottratte direttamente dalle imposte da pagare per ridurre quindi l’imposta dovuta.
Nel regime forfettario non è possibile detrarre alcun tipo di spesa normalmente prevista per il regime ordinario o semplificato, l’esempio più semplice è quello delle spese sanitarie sostenute durante l’anno.
5. Quali sono gli obblighi fiscali?
Una delle agevolazioni previste per il regime forfettario è proprio quella che riguarda gli adempimenti fiscali.
La gestione fiscale e contabile risulta molto semplice, non hai necessità di tenere la contabilità ma hai l’obbligo di conservazione delle fatture oltre a quello di presentare la dichiarazione dei redditi annuale.
Queste le 5 domande che mi vengono fatte più spesso, e tu? Hai altre domande su questo tema? Scrivile pure nel form qui sotto e ti risponderò!
Marco
9 months agoBuongiorno,
nei suoi vari articoli del blog vedo che non ha mai toccato il problema delle P.Iva fittizie.
Sembra che nel 2024 ci siano delle novità.
Se prima tutti erano sicuri nel dire che, nel caso di una P.Iva fittizia monomandataria con unico committente, era appunto solo e solamente il committente a pagare lo scotto in caso di scoperta di questa P.Iva fittizia, adesso sembra che anche il titolare della P. iva fittizia possa passare dei brutti quarti d’ora con l’Agenzia delle Entrate.
Lei ha notizie più dettagliate in merito?
Simone Bottiglia
9 months agoBuongiorno, si, è vero, la nuova legge di bilancio ha modificato la normativa per le cosiddette “partite iva fittizie” ma con questo termine si possono considerare sia le partita iva “monocommittente” sia quelle che vengono aperte e chiuse in breve tempo.
Su quest’ultime la normativa è cambiata, in caso di monocommittenza invece rimangono a carico dell’azienda le sanzioni eventualmente accertate dall’autorità.
È un tema certamente da approfondire.